Legnano, 27 maggio 2018.
La sveglia suona presto, ma non prestissimo.
La sera prima, la Cena Propiziatoria è stata particolarmente bella e suggestiva. Complici la calda serata e l’elegante e accogliente allestimento del Palambrogio, l’entusiasmo è corso veloce lungo le tavolate, decorate con verdi foglie di lauro e limoni giallo acceso, e la una è arrivata senza quasi accorgercene.
Ci alziamo quindi ancora un po’ addormentati, e ben presto mi rendo conto che la borsa è ancora da preparare. Crema solare, cambio, antistaminici, e poi lenti a contatto e via, a piedi verso il Maniero di Sant’Ambrogio, perché si sa che il giorno del Palio l’auto va lasciata a casa.
Quando arriviamo sono quasi le dieci e Davide ci ricorda che siamo in ritardo, è dalle nove e venti che ci aspetta. Io cerco di cavarmela con una battuta e mi infilo nei locali in cui le ragazze e le donne di Contrada stanno trasformando le donzelle di oggi in gentildonne del XII secolo.
Il lavoro si svolge in modo ordinato e secondo una precisa suddivisione dei compiti. La Contrada, in questa occasione così come in tante altre, dà prova di essere una macchina funzionante e ben oliata, degna delle industrie che hanno reso grande la città e alla cui ombra è nata e cresciuta, e tanto più ammirevole in quanto basata in larghissima parte sul lavoro di volontari.
Dapprima la vestizione: gli abiti, le scarpe e i copricapi sono già pronti e assegnati a chi per un giorno li porterà per le strade di Legnano. Niente monili contemporanei o tatuaggi in vista: si presta attenzione a ogni minimo dettaglio, nel rispetto dei dettami della Commissione Permanente dei Costumi del Palio di Legnano. Si passa poi all’acconciatura, realizzata in base al tipo di copricapo che sarà indossato, e quindi al trucco, per valorizzare l’abito e l’incarnato.
Raggiungo gli altri e, tra una chiacchiera e l’altra, inizia l’attesa. Si scruta il cielo, terrà, dicono. Il ciuco cattura l’attenzione di tutti, mentre gli armati cercano di dilazionare il più possibile il momento in cui saranno caricati delle loro armature, ed è ormai mezzogiorno. Arrivano i panini farciti in quantità dai volontari del gruppo cucina, per rifocillarci in vista della lunga marcia che ci aspetta.
Mancano quindi solo gli ultimi dettagli: velo, soggolo e corona, un ritocco al belletto. Giusto il tempo per le foto di rito e siamo pronti a partire: anche quest’anno, è Palio.
In Piazza Carroccio, dove si radunano gli sfilanti delle diverse Contrade in attesa della partenza ufficiale del corteo storico, riusciamo anche a salutare capitan Olindo che, in armi e con il grosso della Compagnia, sfila, come da tradizione, sotto le insegne biancorosse di San Bernardino.
Ci auguriamo buon Palio e riprendiamo il nostro posto all’interno della sfilata, pronti a fare la nostra parte affinché, almeno per qualche ora e grazie a un po’ d’immaginazione, la città possa mettere da parte le inquietudini dell’oggi e possa viaggiare insieme a noi nel tempo, fino a quel lontano anno 1176.
Per molti contradaioli, questa sera, il sottile crinale che separa salvezza e dannazione correrà lungo le briglie di un cavallo e il nerbo di un fantino. La sensazione, tuttavia, è che una vittoria l’abbiamo già portata a casa.
E che il Palio che ci piace, dove scrivi tradizione, competizione e appartenenza e leggi cultura, impegno e inclusione, in qualche modo l’abbiamo già vinto.
[Fil da Fér]
La Compagnia degli Arcieri del Martello, al soldo della Contrada San Bernardino, anche quest’anno parteciperà alla sfilata storica che si terrà domenica 2 giugno 2019. L’appuntamento è per le strade di Legnano!
Per informazioni, leggi il programma della manifestazione!